Biografia
Domizio Torrigiani nacque a Lamporecchio (Pistoia) il 19 gennaio del 1876.
Avvocato, fu Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, la principale loggia massonica italiana. Al nome di Torrigiani è collegato uno dei periodi più difficili della storia della Massoneria italiana. Il 23 giugno 1919 Torrigiani fu eletto alla guida del Grande Oriente; si era appena conclusa la prima guerra mondiale, il fascismo muoveva i primi passi, si era dunque in una fase cruciale della nostra storia nazionale, caratterizzata da crisi economica e da agitazioni sociali, da instabilità politica e da tensioni diplomatiche.
All’inizio i rapporti tra il Grande Oriente d'Italia ed il regime fascista furono abbastanza buoni; però, con il passare degli anni, il regime modificò il proprio atteggiamento. Nel 1923 fu stabilita l'incompatibilità di appartenenza contemporanea al Partito Nazionale Fascista e alla Massoneria. Nel 1925 il regime attuò con maggiore decisione il proprio attacco contro la massoneria: furono distrutte varie sedi del Grande Oriente d'Italia, addirittura venne occupata la prestigiosa e storica sede di palazzo Giustiniani; nel novembre dello stesso anno fu emanata la legge che prevedeva il licenziamento degli impiegati pubblici affiliati a «società segrete». Torrigiani fu perciò obbligato dal decreto del 22 novembre 1925 a sciogliere tutte le logge massoniche. Già qualche tempo prima, più precisamente nel 1924, la Massoneria era stata accusata di prediligere gli interessi degli stranieri a quelli degli italiani.Torrigiani aveva replicato inviando direttamente a Benito Mussolini una protesta formale in rappresentanza del Grande Oriente d'Italia, nella quale lamentava le violenze delle squadre fasciste ai danni delle logge massoniche e rivendicava al proprio ordine il merito di difendere le idee di libertà, di giustizia, di indipendenza.
Nell'aprile 1927 Torrigiani, di ritorno dalla Francia, fu arrestato con l'accusa di svolgere opere deleterie ai danni del regime fascista e di cospirare ai danni del duce. Inizialmente fu rinchiuso nel carcere di Regina Coeli; successivamente fu inviato al confino, prima a Lipari poi a Ponza, dove arrivò il 22 ottobre 1928.
Le misure di sicurezza che vennero adottate nei suoi confronti furono dure e massicce; prevedevano vigilanza ininterrotta, 24 ore su 24, con pattuglie militari a vigilanza dell' abitazione e un servizio di pattugliamento marino in modo da evitare qualsiasi tentativo di fuga.
Durante il periodo ponzese Torrigiani fu oggetto di ripetute canzonature da parte della milizia fascista di stanza sull’isola; nella memoria orale di alcuni isolani è vivo ancora il ricordo della canzone con cui Torrigiani veniva deriso di notte dai militi, appostati sotto la sua abitazione:
Con i baffi di Torrigiani
Noi faremo spazzolini
Per pulire gli stivali
Di Benito Mussolini
Sull'isola, nell'estate del 1931, Torrigiani e altri massoni confinati (tra cui Placido Martini e Silvio Campanile, che furono fucilati dai tedeschi nel 1944) fondarono la loggia massonica Pisacane. Il confino si concluse il 24 aprile del 1932. Divenuto ormai cieco, forse anche a causa delle pene che aveva subito durante il confino, Domizio Torrigiani morì nella città natale di Lamporecchio il 31 agosto dello stesso anno.